Alcune domande che ricevo spesso dai miei studenti, soprattutto da chi si iscrive ai corsi di preparazione alle certificazioni, sono:
“Quanto tempo ci vuole per ‘salire di livello’ in inglese? Tipo dal B1 al B2?”, “Posso farcela con un corso da 23, 30 o 60 ore?”, “Riuscirò a ottenere la certificazione a fine corso?”
Sono tutte domande legittime, ma a cui non esiste una risposta semplice e univoca. In breve, mi sentirei di dire: “Dipende! Potrebbe volerci più di quel che pensi, ma meno di quel che temi.” In realtà non esistono scorciatoie né soluzioni immediate, e chi le propone spesso persegue obiettivi diversi dal reale bisogno formativo degli studenti.
Partiamo da qualche dato per orientarci: secondo Cambridge English, in media per passare da un livello A0 (principiante) ad A1 (base) servono circa 90–100 ore di studio guidato; da B1 a B2, invece, ne servono 180–200, restando nell’area intermedia. Per rispondere alla domanda iniziale: con un impegno settimanale di 5–6 ore (3 in aula e 2–3 a casa) si può raggiungere il B2 in 6–8 mesi. Chi vuole accelerare può anche riuscirci in 4 mesi, ma servono non meno di 15 ore settimanali di studio e pratica. Passare da C1 a C2 poi richiede un impegno molto più consistente, con una padronanza stilistica superiore.
Di conseguenza, un corso da 20 o 40 ore non può bastare da solo. La differenza la fanno soprattutto le attività svolte fuori dalle lezioni. Imparare una lingua è come allenarsi in palestra: il docente/trainer può indicare cosa migliorare e costruire un programma personalizzato, ma senza un impegno costante e una buona “dieta linguistica” quotidiana — fatta di ascolto, lettura, scrittura e conversazione — i progressi saranno lenti e discontinui.
Inoltre, non esiste una soluzione valida per tutti: come un buon medico non prescrive la stessa cura a ogni paziente, così il percorso formativo deve essere calibrato sulle esigenze e sugli obiettivi personali di apprendimento. Ti è mai capitato, ad esempio, di ascoltare un audio e capirne solo una parte, per poi comprendere tutto leggendo la trascrizione o i sottotitoli? Spesso il problema non riguarda la grammatica o il vocabolario come si potrebbe pensare, ma la pronuncia e la fonetica, è li che bisogna lavorare in primis. Un docente esperto è in grado di individuare i punti critici e costruire un percorso su misura.
In conclusione, non sorprende che il vero progresso dipenda dall’impegno personale quotidiano. Anche pochi minuti al giorno, se ben utilizzati, portano risultati concreti nel tempo. La vera differenza non la fa tanto il numero assoluto di ore trascorse in classe, ma ciò che si fa ogni giorno in più, fuori dall’aula, con costanza e determinazione. Non esistono bacchette magiche!
Antonio Salvati